“L’avanguardia italiana: design, industria e sostenibilità nella nautica”

18 Maggio, 2018 Published in Motors, Yachts and Airplanes

L’eccellenza della nautica italiana si è affermata a livello internazionale ed è riconosciuta in tutto il mondo. Oltre che per la bellezza del design, le performance straordinarie e la tecnologia all’avanguardia, la nautica italiana oggi ha il desiderio di distinguersi per la sostenibilità. L’inquinamento si sta diffondendo sempre di più nel nostro pianeta e si desidera ampliare i propri orizzonti per trovare soluzioni innovative. Ieri mattina, nell’esclusivo showroom di Gessi, si è tenuta un’interessantissima tavola rotonda che ha affrontato proprio questo tema.
Luisa Collina ha spiegato come la Scuola di Design del Politecnico di Milano, di cui è preside, sta studiando un sistema di assemblaggio per componenti, per rendere più flessibile il processo di costruzione di un’imbarcazione e fornire maggiore adattabilità di smaltimento e riutilizzo delle parti. Si sta capendo, inoltre, come possa essere impiegata la glebanite, materiale ottenuto dal riciclo della vetroresina.

Max Sirena, skipper di Luna Rossa e Giovanni Soldini, attualmente impegnato con il trimarano Maserati Multi 70, costantemente abituati a solcare il mare, hanno portato testimonianza della presenza smisurata di plastica nei nostri mari ed oceani e fornito suggerimenti e spunti di riflessione per affrontare la situazione.

Barbara Amerio (CEO Amer Yachts e consigliere di UCINA Confindustria Nautica) ha spiegato come proprio il disassemblaggio può essere un sistema funzionale da adottare. Si vorrebbero usare dei sensori di diagnosi che, applicando l’industria 4.0 alla nautica, anticipano eventuali guasti e rendono tempestive le relative risoluzioni. Inoltre l’uso di materiali più leggeri, resistenti ma sostenibili e scafi più performanti possono ridurre la grandezza dei motori, con relativa diminuzione dei consumi.

Michele Gavino, CEO di Baglietto e Vice Presidente di Nautica Italiana, sottolinea come sia importante porre l’attenzione su ogni passaggio della filiera, perché è solo grazie all’impegno di ogni i fornitore che si può effettivamente migliorare la sostenibilità del processo di costruzione di uno yacht.

Giorgio Gallo, Head of Italy Yachting Centre di RINA, ha illustrato come da qualche tempo RINA ha dedicato dei premi speciali alle imbarcazioni più “green” e ha stabilito delle apposite certificazioni. Dal momento che l’inquinamento non è solo quello diretto, ma anche quello indiretto bisogna lavorare, d’accordo con il pensiero di Michele Gavino, sul processo di produzione in tutte le sue fasi, dal tipo di materie prime e come si ricavano, al modo in cui si costruisce e infine allo smaltimento.

Il designer Luca Dini è considerato il precursore della navigazione sostenibile, ha progettato infatti, su input di Luciano Benetton, un’imbarcazione che ha adottato determinati accorgimenti per diminuire l’impatto sull’ambiente. L’armatore infatti aveva il desiderio di non disturbare il vicino di posto barca quando usciva e rientrava e poter inquinare meno.

Infine lo yacht designer Lorenzo Argento ha illustrato il suo progetto volto a realizzare un explorer a vela destinato alle ricerche ambientali nell’Artico. La sua mission è quella di rendere più sostenibili le imbarcazioni che si recano in quella zona per effettuare misurazioni, analisi e ricerche ambientali.

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